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«Lo conosce già? Perché non lo prova!»

Capita spesso di essere fermata al centro commerciale con la domanda: «Lo conosce già?» Di solito vado oltre con pensieri più importanti nella testa. A volte però mi fermo, ascolto per il tempo necessario e torno a casa informata e rincuorata da un incoraggiante «Perché non lo prova!» con un campioncino di crema nella borsa. Qualche giorno dopo devo constatare che il prodotto ha molteplici benefici. Funziona, ha un buon profumo, ti fa sentire rigenerata e felice. Ebbene sì, lo ammetto: spesso ci ritorno e mi concedo la confezione full-size. La mia conclusione: la consulenza professionale e cordiale, unita a un prodotto efficace, ha avuto effetto su di me!

I consulenti e le consulenti AEnEC hanno un effetto analogo. Grazie al loro approccio focalizzato sulla messa in atto di interventi ad hoc, le imprese si rendono conto che le misure di efficienza adottate ai fini dell’attuazione dell’accordo sugli obiettivi generano molteplici benefici, il che stimola a puntare sempre più in alto.

L’accordo sugli obiettivi è la scintilla che innesca questo processo, il cui successo è frutto dell’interazione tra diversi fattori: il connubio tra volontarietà e tassa di incentivazione, l’attuazione di misure redditizie e la collaborazione delle aziende in reti di efficienza di lungo periodo. Tutto ciò ha generato una dinamica positiva a favore della decarbonizzazione, afferma il presidente dell’AEnEC Rudolf Minsch a colloquio con il direttore dell’Ufficio federale dell’energia, Benoît Revaz. I molteplici benefici e il trasferimento delle conoscenze personali durante le riunioni di gruppo motivano le aziende a puntare sul risparmio energetico.

Il nostro obiettivo è trasmettere questo atteggiamento positivo, garantendo una consulenza di qualità e senza complicazioni e sfruttando gli effetti moltiplicatori della dinamica di gruppo. Ed è così che un CEO dice all’altro: «Conosce già i vantaggi della misura di efficienza XY? Perché non la prova. Noi abbiamo avuto delle esperienze eccellenti».

Jacqueline Jakob, direttrice AEnEC

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La maggior parte di noi lo ha già avuto sotto i piedi o sotto le ruote: l’asfalto di Comibit SA. Che siano autostrade, strade di montagna o stretti vicoli di quartiere, con poco o tanto traffico – il produttore di asfalto ticinese ha la miscela adatta a qualsiasi esigenza e richiesta della committenza.

La Comibit SA presta grande attenzione all’efficienza energetica in produzione e a un utilizzo sostenibile delle risorse.

Consulenza in azienda: Nerio Martignoni, direttore, con Linda Evjen, consulente dell’AEnEC.

Nel pieno rispetto delle norme e dei requisiti di qualità, Comibit SA è in grado di predisporre in brevissimo tempo circa 200 ricette diverse per la propria clientela. Questo perché il materiale necessario alla produzione, come sabbia e pietrisco, viene stoccato a caldo in appositi silo situati all’interno del perimetro aziendale che, grazie al cosiddetto principio Hot Stock, lo rendono pronto all’uso 24 ore su 24 – a fronte di un ingente consumo di energia. Di attività ad alto dispendio di energia se ne intende Nerio Martignoni: da oltre dieci anni gestisce l’impresa prestando grande attenzione all’efficienza energetica in produzione e a un utilizzo sostenibile delle risorse. Ad aiutarlo in tale intento c’è la consulente dell’AEnEC Linda Evjen.

Dalla cava alla strada

Per produrre nuovo asfalto occorrono due cose: la materia prima – sabbia, pietrisco e farina di roccia (filler) – e il bitume, che funge da legante. Le materie prime vengono acquistate da Comibit SA dalla Svizzera interna, da un lato, e dall’Italia, dall’altro. In cava il materiale viene frantumato e vagliato, eventualmente lavato e classificato in base alla granulometria. Ogni giorno, a Taverne arrivano dai 30 ai 40 camion: una volta scaricati, gli aggregati passano in un tamburo, dove vengono riscaldati con un bruciatore ed essiccati. «È importante che prima della produzione il materiale sia completamente asciutto», spiega Martignoni. «Affinché sia utilizzabile anche all’istante per i nostri clienti, viene stoccato a caldo». Il committente stabilisce quantità, tipo di miscela e finalità d’uso, dopodiché – a seconda di quanto richiesto – nel miscelatore il materiale viene addizionato con bitume, che funge da legante. A bordo di camion l’asfalto finito, rovente, arriva in cantiere a una temperatura di circa 160 gradi centigradi. Lì viene posato, rullato e lasciato raffreddare all’aria. Dopo mezza giornata la nuova pavimentazione stradale è percorribile.

Parola d’ordine: Calore

Tutto ciò che dev’essere riscaldato necessita di energia. Ben il 90 per cento dell’energia utilizzata dall’impresa è destinato al riscaldamento delle materie prime. Ma anche il bitume, proveniente da raffinerie tedesche, olandesi o italiane, dev’essere mantenuto ad alte temperature: per farlo, in passato l’azienda consumava enormi quantità di nafta. «In collaborazione con l’AEnEC abbiamo completamente trasformato questo processo, tanto che oggi funziona a energia elettrica», afferma Martignoni. E ne vale la pena: «Dopo che il primo serbatoio di bitume è passato al riscaldamento elettrico, abbiamo effettuato alcune misurazioni e confrontato il nuovo con il vecchio impianto», ricorda Evjen. «Il risultato è stato impressionante: le pompe del vecchio impianto, riscaldate ancora con olio termico, consumavano da sole tanta corrente quanto l’intero nuovo serbatoio di bitume a riscaldamento elettrico. Questa conversione è chiaramente una delle principali misure adottate da Comibit SA».

Fiore all’occhiello della nazione nel riciclo

La trasformazione sicuramente più importante di Comibit SA è stata, nel 2012, con l’installazione di un nuovo tamburo parallelo per il riciclo denominato RAH 100 sviluppato dalla ditta Ammann. Come altri settori energivori, infatti, anche i produttori di asfalto rivestono un ruolo importante come «smaltitori a livello nazionale», garantendo il riciclo dell’asfalto smantellato che viene riutilizzato per la produzione i nuovo conglomerato. «Non produciamo soltanto nuovo asfalto. Prendiamo anche molto sul serio il nostro ruolo di riciclatori», spiega Martignoni. Il tutto funziona così: Comibit SA riceve le croste bituminose e il fresato dai Comuni, dal Canton Ticino o dalle strade nazionali ogni qualvolta si riparano le strade o si demoliscono parcheggi. A differenza del calcestruzzo, infatti, in cui il legante all’aggiunta di acqua scatena una reazione chimica irreversibile, il bitume invecchia soltanto ed è riciclabile in toto. A seconda della situazione, al vecchio asfalto si aggiunge un additivo rigenerante per bitume, in modo tale da poterlo completamente riutilizzare. «Una sorta di anti-aging», scherza Martignoni. «Normalmente una miscela contiene già il cinque per cento circa di bitume, che per fortuna possiamo riutilizzare in buona parte, visto che il bitume, come derivato del petrolio, è costoso», spiega. Dal 2012 Comibit SA è riuscita persino a raddoppiare la propria attività di riciclo, a beneficio non solo dell’ambiente, ma anche dei suoi clienti.

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Le 3852 aziende che partecipano alla gestione energetica dell’AEnEC hanno realizzato risparmi pari al doppio delle emissioni annuali di CO2 della città di Zurigo. Per altri dati e storie entusiasmanti vi invitiamo a leggere il rapporto di attività dell’AEnEC.

I gruppi del modello energetico mantengono ciò che promettono. Le 2750 imprese aderenti al modello energetico dell’AEnEC hanno a disposizione ben 101 gruppi in cui scambiarsi vicendevolmente le esperienze.

Svizzera campionessa europea di efficienza

Parola del professor Patel dell’Università di Ginevra: la Svizzera è di gran lunga la nazione in Europa con le industrie a minore intensità energetica. Il consumo di energia per plusvalore lordo, ad esempio, è tre volte più basso di quello della Germania e un decimo di quello dei finlandesi. Questo dato è anche un bel segnale di riconoscimento degli sforzi che, attraverso l’AEnEC, vengono profusi da anni da parte dell’industria dietro la spinta dell’auto-organizzazione dell’economia. Grazie alle misure adottate dal 2001, infatti, le imprese con un accordo sugli obiettivi risparmiano complessivamente circa 2.3 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, ossia oltre il 30 per cento. È decisamente più di quanto ci si sarebbe aspettati con il solo impatto della tassa sul CO2.

Accordo sugli obiettivi ed esenzione sono efficaci

Nelle grandi industrie energivore, sono anni che gli esperti si impegnano per risparmiare energia. Con un’analisi esterna mirata, essi individuano sempre nuove potenzialità di efficientamento inutilizzate, riscontrando un dato di fatto sorprendente: più le imprese sono piccole e più i costi energetici sono insignificanti, più sono le misure di efficienza a cui si trovano dinanzi i consulenti dell’AEnEC. La domanda cruciale è quindi: che cosa spinge queste aziende a occuparsi del tema dell’efficienza energetica? La risposta è chiara: è uno stimolo a ottenere il rimborso della tassa sul CO2. In cambio, le imprese accettano obiettivi vincolanti e si fanno monitorare di anno in anno per essere certe di avere imboccato la strada giusta.

Potenziale tutt’altro che esaurito

Con le misure attuate anno dopo anno, presto l’AEnEC non avrà più nulla da fare? Chi lo pensa non ha compreso la dinamica dell’economia: in primo luogo, infatti, ci sono sempre nuove potenzialità economiche emergenti o derivanti da innovazioni e cambiamenti dei processi. Basti pensare, ad esempio, al modello energetico di Zurigo, che da ormai oltre 30 anni sta incrementando l’efficienza. In secondo luogo, va detto che il maggior potenziale risiede nelle numerose imprese meno energivore che non possiedono ancora una gestione energetica sistematica come quella promossa dall’AEnEC. Per motivare queste aziende, tuttavia, occorrerebbe ridurre gli ostacoli al raggiungimento del diritto all’esenzione.

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Con l’approvazione della Strategia energetica 2050 da parte dell’elettorato svizzero si rendono necessarie diverse modifiche a leggi e ordinanze che entreranno in vigore il 1° gennaio 2018. Ecco quali saranno gli effetti che tali cambiamenti comporteranno sul rimborso del supplemento di rete per le imprese partecipanti all’AEnEC e qual è la modalità con cui verificare se la vostra azienda ha diritto a farne richiesta.

Con il supplemento sui costi di trasporto delle reti ad alta tensione vengono finanziate, tra l’altro, la rimunerazione a copertura dei costi per l’immissione in rete di energia elettrica (RIC), la rimunerazione unica per le nuove energie rinnovabili e le gare pubbliche. Nel mese di maggio del 2017 l’elettorato svizzero ha approvato la Strategia energetica 2050. Le modifiche che ciò comporta a livello di leggi e ordinanze entreranno in vigore il 1° gennaio 2018, data in cui il supplemento di rete aumenterà da 1,5 a 2,3 centesimi per chilowattora – con conseguente incremento dei costi dell’energia elettrica.

Le imprese a forte consumo energetico potranno richiedere il rimborso del supplemento di rete. Esso sarà totale a fronte di un’intensità elettrica pari ad almeno il 10 per cento e parziale se essa sarà compresa tra il 5 e il 10 per cento.

Presupposti per il rimborso

  • I costi dell’elettricità devono essere pari ad almeno il 5 per cento del plusvalore lordo. È questo che si intende per intensità elettrica, ossia il rapporto tra i costi dell’elettricità e il plusvalore lordo.
  • Le imprese devono raggiungere un importo minimo del rimborso pari a 20 000 franchi all’anno, anche nel caso in cui il supplemento di rete sia rimborsato solo parzialmente.
  • L’azienda deve aver sottoscritto un accordo sugli obiettivi (AO) con la Confederazione.
  • L’azienda tiene una contabilità autonoma (SA, Sagl ecc.).
  • Le aziende che svolgono principalmente compiti di diritto pubblico non possono chiedere il rimborso del supplemento di rete.

Novità dal 1° gennaio 2018

  • Il supplemento di rete aumenterà a 2,3 centesimi per chilowattora. Ciò significa che vi saranno più imprese, rispetto ad ora, a raggiungere l’importo minimo del rimborso di 20 000 franchi.
  • In futuro, i consumatori finali che svolgono principalmente un compito di diritto pubblico assegnato loro per legge o per via contrattuale non avranno più diritto al rimborso.
  • Sinora le aziende dovevano investire il 20 per cento dell’importo del rimborso in misure di efficienza energetica di poco non redditizie. Tale obbligo viene meno.
  • D’ora in avanti sarà possibile computare, tra i costi dell’elettricità, anche il supplemento di rete e i costi per l’esercizio e la manutenzione delle reti locali.

Poiché a partire dal 1° gennaio 2018 sarà più facile raggiungere l’importo minimo del rimborso di 20 000 franchi, essendo i costi dell’energia elettrica più elevati, consigliamo di verificare nuovamente il diritto al rimborso del supplemento di rete.

Procedura

Se un’impresa che ha sottoscritto un accordo sugli obiettivi desidera farsi rimborsare a posteriori il supplemento di rete, è necessario procedere nella maniera seguente. Il vostro consulente AEnEC e il tool di monitoraggio dell’AEnEC vi saranno d’aiuto.

  • Verificate con il nostro calcolatore RIC se la vostra impresa ha diritto o meno al rimborso.
  • Qualora la vostra azienda dovesse aderire al modello PMI, per poter beneficiare del rimborso è necessario passare al modello energetico dell’AEnEC.
  • Comunicate all’UFE che l’impresa in futuro intende ottenere il rimborso del supplemento di rete. A tal fine, l’accordo sugli obiettivi verrà nuovamente convertito in bozza.
  • Successivamente l’accordo sugli obiettivi dovrà essere elaborato in modo tale da adempiere alle prescrizioni dell’UFE in materia di rimborso del supplemento di rete (ad esempio, inserimento del percorso di riduzione lineare, completamento o aggiornamento dell’analisi del potenziale e della lista delle misure).
  • È consigliabile che voi o il vostro consulente AEnEC esaminiate prima le necessità di adeguamento insieme all’UFE.
  • Una volta revisionato, l’accordo sugli obiettivi verrà infine sottoposto nuovamente ad audit.

Calendario e scadenze

Per il rimborso del supplemento di rete versato nel 2018 occorre elaborare l’accordo sugli obiettivi a partire dalla primavera del 2018. La stessa procedura vale anche per gli anni successivi. Qualora il vostro anno contabile corrisponda all’anno civile, le scadenze determinanti sono le seguenti:

  • 30 settembre (tre mesi prima della fine dell’anno contabile): trasmissione dell’accordo sugli obiettivi.
  • 31 dicembre (fine dell’anno contabile): stipula definitiva dell’accordo sugli obiettivi.
  • 30 giugno (sei mesi dopo la fine dell’anno contabile): presentazione della domanda di rimborso.

Saremo lieti di assistervi in tutte le questioni relative al rimborso del supplemento di rete o nel calcolo dell’intensità elettrica.

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Berna, 01.12.2017 – Nella sua seduta del 1° dicembre 2017, il Consiglio federale ha adottato sia il messaggio concernente la revisione totale della legge sul CO2 per il periodo 2021-2030 che il messaggio concernente l’approvazione e la trasposizione dell’accordo tra la Svizzera e l’Unione europea sul collegamento dei sistemi di scambio di quote di emissioni (SSQE). Entrambi riguardano la prossima tappa della politica climatica della Svizzera.

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Berna, 02.11.2017 – Nella sua seduta del 1° novembre 2017, il Consiglio federale ha posto in vigore dal 1° gennaio 2018 la revisione totale della legge sull’energia, approvata dal Popolo svizzero nella votazione sul referendum del 21 maggio 2017. Al contempo, ha preso atto degli esiti della consultazione in merito alle revisioni delle relative ordinanze e ha approvato queste ultime. Le tre nuove ordinanze e le sei revisioni di ordinanze entrano in vigore contemporaneamente alla legge.

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