La Spühl GmbH definisce la sostenibilità come uno dei suoi sei valori aziendali. Il direttore della società, Thomas Boltshauser, ci spiega perché e Frank R. Ruepp, direttore dell’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC), ci racconta come mai la sostenibilità è diventata un pilastro importante per le aziende.
Signor Boltshauser, Spühl produce macchinari per la fabbricazione di molle insacchettate. Quanta energia consuma questo processo produttivo?
Il processo di produzione dei macchinari è simile a quello di altri fabbricanti del settore. Da noi una parte consistente dell’energia è destinata alle lavorazioni di componenti metallici tramite asportazione di truciolo, come tornitura, fresatura e rettifica. La produzione di molle insacchettate sui nostri macchinari richiede parecchia energia a causa del trattamento termico, visto che ogni molla dev’essere riscaldata a 300 gradi e poi nuovamente raffreddata prima della lavorazione successiva. Il trattamento termico è necessario per motivi di qualità, poiché garantisce che le molle, anche quelle insacchettate, mantengano la loro forma per decenni. Lo sapevate che l’acciaio utilizzato nelle molle insacchettate è per buona parte riciclato e che rappresenta l’elemento più duraturo di un materasso?
Interessante. Quanta energia ci vuole dunque per produrre una molla insacchettata?
Per la produzione di una molla insacchettata del peso, ad esempio, di 20 chilogrammi una macchina Spühl consuma all’incirca 0.8 chilowattora di energia – quanto un’auto elettrica media per percorrere più o meno cinque chilometri. Ma tornando ancora alle nostre macchine: in realtà, dal punto di vista energetico – essendo il loro compito principale l’effettivo avvolgimento della molla – sono delle piccole centrali termiche, visto che ogni molla dev’essere riscaldata e poi nuovamente raffreddata in frazioni di secondo, affinché i processi successivi possano essere effettuati a temperature inferiori. Il calore residuo risultante viene riutilizzato solo in parte dai clienti, dato che si tratta di un processo tecnicamente complicato e costoso.
La vostra azienda è stata fondata nel 1877. Che cosa è cambiato in questi 140 anni a livello di tecnica energetica?
Parecchio. Le nostre macchine odierne, ad esempio, hanno molta più elettronica di quelle di una volta. Inoltre sono collegate in rete e possono essere manutenute da remoto. In passato, invece, molte cose si risolvevano ancora a livello meccanico.
Signor Ruepp, anche lei viene dal mondo dell’industria. Lo può confermare?
Assolutamente sì. In tutti i settori industriali si osserva una continua tendenza all’automazione e all’impiego dell’elettronica per migliorare l’efficienza e la precisione di macchinari e processi, anche dal punto di vista del controllo e della garanzia di qualità.
Signor Boltshauser, Spühl dichiara di essere impegnata in particolare sul fronte della sostenibilità. In che senso?
Abbiamo sei valori aziendali, uno dei quali è la sostenibilità. Cerchiamo di essere sostenibili a 360 gradi in tutti i processi e i servizi, ad esempio sul fronte dei rifiuti. Inoltre progettiamo e produciamo i nostri macchinari affinché durino a lungo nel tempo. Garantiamo l’assistenza anche dieci anni dopo l’acquisto. In altre parole, i nostri clienti ricevono un prodotto sostenibile da tutti i punti di vista. Inoltre effettuiamo upgrade sul campo in tutto il mondo e revisioni presso Spühl.
Quali sono le misure che Spühl GmbH ha già adottato concretamente e quali sono in previsione?
Abbiamo ad esempio sostituito tutte le pompe di circolazione della centrale termica e ci siamo allacciati alla rete di teleriscaldamento. Per quanto riguarda l’illuminazione, non solo siamo passati ai LED, ma abbiamo introdotto anche un sistema di comando in base all’intensità luminosa. Inoltre recuperiamo il calore residuo dei compressori per alimentare il nostro impianto di lavaggio dei pezzi. Anche il compressore tradizionale è stato sostituito da un modello con recupero di calore, che ci consente di sfruttare il calore residuo per il riscaldamento dei locali. Nell’autunno del 2024, inoltre, installeremo un impianto fotovoltaico con una potenza di picco di circa 1300 chilowatt, per cui dall’anno prossimo produrremo energia elettrica sui nostri tetti. Circa il 50 per cento di essa verrà utilizzata per il consumo interno. Per i prossimi anni stiamo anche pensando di installare delle colonnine di ricarica per le auto elettriche.
Badate anche al comportamento sostenibile del vostro personale?
Sì, finanziamo ad esempio parte dell’abbonamento Ostwind e partecipiamo al progetto Bike-to-work. Tra l’altro, da noi la sensibilizzazione riveste un ruolo importante: ricordiamo ad esempio ai nostri collaboratori di spegnere il computer una volta finito di lavorare. Abbiamo creato anche un team dedicato a Salute, Ambiente ed Energia, in cui sono rappresentate tutte le divisioni aziendali. Questo team si occupa di realizzare vari progetti, anche iniziative di utilità pubblica sul territorio comunale.
Fate davvero tanto, quindi. Signor Ruepp, l’impegno sul fronte della sostenibilità è diventato indispensabile per un’impresa?
Assolutamente sì, per una varietà di motivi. Non è soltanto una questione di risparmio di risorse e di efficienza dei costi, ma anche di management degli stakeholder. Tutte le persone, i gruppi o le organizzazioni che hanno un interesse nell’azienda o che hanno a che fare con essa devono essere tenute in considerazione. Al giorno d’oggi clienti, fornitori, partner, collaboratori ecc. si aspettano che un’impresa s’impegni sul fronte della sostenibilità. Non si tratta soltanto di reputazione, ma anche di vantaggi competitivi – soprattutto per i first mover.
Significa che un’impresa che è rimasta indietro ha un vantaggio rispetto a una che ha già fatto molto?
Dal punto di vista degli stakeholder sicuramente sì. D’altro lato, tuttavia, ai fini dell’obiettivo di azzerare le emissioni nette entro il 2050 queste aziende hanno meno potenziale non ancora sfruttato a cui poter attingere, ossia meno nuove misure redditizie che possono ancora implementare per aumentare l’efficienza dei gas serra.
Signor Boltshauser, ai suoi tempi il fondatore della Spühl GmbH, Heinrich Spühl, ha inventato vari macchinari ed è stato un pioniere nel campo delle macchine per la produzione di molle. Come mantenete vivo questo spirito pionieristico all’interno dell’impresa?
Le nostre piattaforme di macchinari che producono vari tipi di molle insacchettate sono raddoppiate nell’arco di dieci anni: grazie ai nostri collaboratori innovativi e ai nostri clienti che ripongono fiducia in noi. Al nostro portafoglio abbiamo aggiunto servizi digitali (smart services) che ci consentono di utilizzare e monitorare sia le macchine Spühl che la materia prima lavorata con ancora maggiore efficienza, riducendo così l’usura e di conseguenza i costi. Sfruttiamo anche tecnologie come la stampa 3D per produrre parti soggette a forti carichi dinamici o con forme complesse in piccoli lotti.
La vostra azienda collabora con l’AEnEC da oltre dieci anni. Quali sono stati gli input che vi hanno aiutato maggiormente?
Abbiamo partecipato al modello PMI, da cui è scaturito un vasto programma di interventi. Hans Hatt, il nostro consulente AEnEC, ci ha fornito un supporto prezioso, che ci ha consentito di raggiungere i nostri obiettivi più velocemente del previsto.
Signor Ruepp, un esempio da seguire dal punto di vista dell’AEnEC?
Sì, il team della Spühl ha davvero fatto un ottimo lavoro. Noi dell’AEnEC siamo lieti di aver potuto contribuire a questo successo e che l’azienda Spühl sia soddisfatta del nostro supporto.
Molla insacchettata Bonnell Spühl: le macchine che producono questo tipo di molle provengono dalla Spühl GmbH.
Spühl GmbH esiste da circa 150 anni.
Frank R. Ruepp a colloquio con Thomas Boltshauser.
Spühl GmbH
Molte persone entrano in contatto con l’azienda Spühl GmbH quanto meno di notte, senza rendersene conto. In oltre 150 Paesi del mondo, infatti, i produttori di materassi e molle insacchettate utilizzano macchinari Spühl per la produzione di queste molle. L’azienda della Svizzera orientale è leader mondiale nella produzione di macchinari per la lavorazione del filo metallico adibiti alla fabbricazione automatica e semiautomatica di molle insacchettate.
Fondata a San Gallo nel 1877, attualmente la società fa parte dell’americana Leggett & Platt Inc. e opera a livello globale. Ciò nonostante continua a puntare sulla qualità e sulla precisione svizzere, ad esempio con il marchio Fides e Spühl Services, con cui vende macchinari per molle insacchettate made in Switzerland.
Spühl GmbH si posiziona inoltre come partner di outsourcing per la produzione di macchinari e apparecchi destinati alle PMI operanti in numerosi mercati di nicchia. Produce componenti, gruppi e sviluppa e realizza persino interi macchinari per clienti terzi.