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Esempi pratici
Modello energetico
Sanità e socialità

Tra gli ospedali
l’unione fa la forza

27.08.2018

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Il fatto che i gruppi del modello energetico possano anche essere costituiti per settore è dimostrato dal gruppo degli ospedali, coordinato dai consulenti dell’AEnEC Mark Schuppli e Robert Vogt. Sono circa 50 le cliniche svizzere rappresentate che partecipano regolarmente allo scambio di esperienze, e insieme hanno stipulato un accordo sugli obiettivi con la Confederazione. Il risultato è positivo: in fatto di efficienza energetica e intensità di CO2, ad oggi il gruppo ha già ben quattro anni di vantaggio sul proprio percorso di riduzione.

Gestire i processi energetici a livello centrale significa renderli più efficienti. I consulenti dell’AEnEC e i responsabili energetici delle aziende discutono regolarmente di possibili ottimizzazioni nella gestione dei processi.

Innovativo

«Bisogna sempre farsi venire in mente qualcosa di nuovo», ammette Schuppli. Allora sì che gli impegnatissimi rappresentanti degli ospedali vengono volentieri agli incontri, organizzati di volta in volta in una delle strutture sanitarie. «Molti ospedali sono grandi consumatori, per cui hanno un obbligo di legge da rispettare. Trattandosi tuttavia di un settore che non può farsi rimborsare la tassa sul CO2, i due consulenti motivano i membri del gruppo evidenziando loro gli ulteriori benefici derivanti un approccio orientato alle misure e stimolando uno scambio fruttuoso. «Fare il proprio dovere in libertà», è il loro motto. Il formato si chiama «World-Café»: consente a tutti di esprimersi, invoglia a partecipare e rafforza lo spirito di gruppo. Consiste nell’alternarsi a più tavoli per esaminare diversi quesiti inerenti a un argomento di attualità.

Tematico

Gli ospedali aderenti al gruppo del modello energetico non potrebbero essere più diversi – grandi e piccoli, privati e statali. Eppure si dibattono sempre argomenti di interesse generale. Nella riunione primaverile di maggio dedicata al tema delle ottimizzazioni operative, ci sono consigli e accorgimenti per tutti. In preparazione all’incontro, Schuppli e Vogt hanno effettuato varie misurazioni dell’efficienza energetica, di cui presentano i risultati e da cui ricavano alcune misure di risparmio generali. Dispositivi tecnico-medicali come la tomografia computerizzata (TAC) o la risonanza magnetica sono causa di brevi ma intensi picchi di consumo in azienda. Le macchine del caffè e l’illuminazione, al contrario, necessitano sempre di energia, per cui possono essere spente più facilmente, se inutilizzate. Ma negli incontri c’è spazio anche per misure più complesse, come il recupero del calore residuo, la climatizzazione, l’aerazione e il raffreddamento, i risanamenti strutturali o i nuovi progetti edilizi, che sono pertanto oggetto di esame.

Fruttoso

Che anche le grandi strutture sanitarie beneficino della composizione eterogenea del gruppo è cosa ben nota a Benjamin Schwarz. Il responsabile del reparto Riscaldamento, Aerazione, Climatizzazione e Impianti sanitari dell’Inselspital di Berna partecipa regolarmente allo scambio di esperienze. «Pur essendo un ospedale grande e ad ampio spettro, le realtà più piccole sono per noi fonte di apprendimento. Possiamo ad esempio prendere spunto dai risultati di misure che, su una scala più ridotta, vanno a segno più rapidamente e adattarli alle nostre dimensioni». Spesso, infatti, le premesse sono identiche. Il problema maggiore è coordinare le misure di efficientamento energetico con la normale operatività dell’ospedale. «In determinati progetti si interviene su impianti da cui dipendono determinate procedure mediche», spiega Schwarz. «Nelle riunioni di gruppo si discute anche di come altri ospedali affrontino questo aspetto». Ma non è solo questione di dialogo e di apprendimento: attraverso l’accordo universale sugli obiettivi, gli ospedali perseguono anche un obiettivo comune in termini di efficienza energetica e riduzione del CO2. Questo è uno dei motivi per cui si è anche ben disposti ad aiutarsi a vicenda.

Efficace

E il gruppo degli ospedali lo fa davvero bene. «In fatto di raggiungimento degli obiettivi siamo chiaramente sulla strada giusta», afferma soddisfatto Schuppli. Soltanto dal 2013 al 2017 il gruppo è riuscito a risparmiare circa 5000 tonnellate di CO2 all’anno, per cui è già del 13 per cento al di sotto del valore iniziale. I risultati non sono da meno anche sul fronte dell’efficienza energetica, avendo ridotto i consumi di circa 45 000 megawattora all’anno. Il tutto in un ambito che, in fatto di energia, non sta certo semplificando le cose – più ricerca, tecnologia e progresso significa passare dal calore all’elettricità. «Se in un simile contesto non si diventa nettamente più efficienti, i consumi elettrici esploderebbero», commenta Schwarz.

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