A marzo il Parlamento ha adottato la nuova legge sul CO2 per il periodo 2025-2040. In vigore da luglio, essa prevede che in futuro tutte le imprese possano ottenere il rimborso della tassa sul CO2, purché s’impegnino a ridurre le loro emissioni di anidride carbonica sulla base di un accordo sugli obiettivi con la Confederazione. A tal fine, entro al massimo tre anni dopo aver concordato questo impegno le aziende devono presentare un programma di decarbonizzazione, come quello che l’AEnEC propone con il nome di Piano per la decarbonizzazione. La tassa sul CO2 rimane pari a 120 franchi per tonnellata di CO2.
L’estensione della possibilità di essere esentati dalla tassa sul CO2 dovrebbe essere per molte imprese un incentivo a investire in misure di decarbonizzazione. E, come mostrano vari esempi citati in questo numero e anche un interessante articolo sul tandem tra Piano per la decarbonizzazione e accordo sugli obiettivi, emettere meno CO2 non aiuta soltanto a ridurre i propri consumi energetici e quindi i costi, ma anche l’ambiente. La decarbonizzazione è un’opportunità. Non lasciatevela sfuggire, dunque, e seguite l’esempio delle aziende che hanno già intrapreso questo percorso.
Prof. Dr. Rudolf Minsch
Presidente
Frank R. Ruepp
Direttore
25.10.2024
L’esperto ingegnere chimico conosce l’industria ticinese e sa come l’economia coglie i cosiddetti low e high hanging fruits per migliorare il bilancio energetico e delle risorse. Lorenzo Medici rappresenta l’AEnEC in Ticino.
Che sia nel frutteto o nella sua collaborazione con le imprese ticinesi, per Lorenzo Medici la soddisfazione più grande è quando il suo lavoro porta frutti. «Ottenere un ottimo risultato con le fragole, le more o l’uva che coltivo nel mio giardino, però, in genere è più facile che indirizzare un’impresa sul migliore percorso di riduzione del CO2», commenta sorridendo l’ingegnere chimico laureato con dottorato al Politecnico Federale. Parla con cognizione di causa: i trent’anni di esperienza nell’industria ticinese gli hanno insegnato da tempo che i «low hanging fruits» – quando si parla di efficienza energetica e riduzione del CO2 – sono già stati per buona parte raccolti. Bisogna dunque rimboccarsi le maniche!
Dal 2022 Medici mette la sua professionalità al servizio delle imprese ticinesi come consulente dell’Agenzia dell’energia per l’economia. «Mi stimola, perché collaboro con le imprese più diverse, ognuna con il proprio contesto e le proprie esigenze, e posso fare qualcosa di efficace per loro». Medici è affascinato dai flussi energetici nell’economia e dal compito di efficientarli il più possibile dal punto di vista economico ed ecologico. La conoscenza dei dati è fondamentale a tal fine. «Senza dati non puoi fare nulla», commenta. Sono la base di qualunque analisi e raccomandazione solida. Se adesso si tratta di decarbonizzare le imprese azzerando le emissioni nette o di orientarle verso l’economia circolare tramite un uso efficiente delle risorse, servono ancora più dati. Ma non solo. Ci vuole soprattutto know-how in materia di processi industriali di produzione. «Per fare davvero un passo avanti», continua Medici «dobbiamo scavare più in profondità e intervenire nei processi di produzione insieme alle aziende». Per cogliere il meglio per le imprese dagli «high hanging fruits», fa ricorso al suo prezioso bagaglio di conoscenze maturato in anni di esperienza nell’industria chimica, farmaceutica e metallurgica. Spesso si tratta di formulare proposte su come implementare la strategia di sostenibilità e gli obiettivi ambientali delle case madri svizzere ed estere nello stabilimento di produzione in Ticino.
Medici non vede l’ora del prossimo periodo di accordi sugli obiettivi, che partirà nel 2025 – non solo perché ritornerà a essere più «sul campo» tra le imprese locali, ma soprattutto perché prevede che crescerà il numero di aziende che decideranno di stabilire un percorso di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni di CO2. Rispetto ad ora, infatti, dal 2025 non saranno più soltanto determinate imprese a poter optare per un accordo sugli obiettivi, bensì tutte quelle che attueranno misure ecologiche concrete per ottenere il rimborso della tassa sul CO2.
25.10.2024
Lorenzo Medici
Professione:
Ingegnere chimico laureato con dottorato al PF
Consulente AEnEC:
dal 2022
Accordi sugli obiettivi seguiti:
30
MWh in meno di energia:
63 658
MWh in meno di energia elettrica:
30 340
Tonnellate in meno di CO2:
7381
La Svizzera sta puntando ad azzerare le proprie emissioni nette di gas ad effetto serra. I progressi compiuti a tal fine dalle PMI sono già notevoli, anche grazie al binomio tra accordo sugli obiettivi e «Piano per la decarbonizzazione» proposto dall’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC).
Benedikt Vogel
Risparmiare energia, emissioni e denaro: sono vent’anni che l’accordo sugli obiettivi unisce in sé proprio questi vantaggi. Le imprese che definiscono obiettivi vincolanti di riduzione dei loro consumi energetici per un periodo di dieci anni sono esentate dalla tassa sul CO2 sui combustibili fossili. Le misure di sostenibilità che adottano hanno dunque un duplice vantaggio: la restituzione dell’importo versato per la tassa e la riduzione dei costi energetici. I grandi consumatori di energia elettrica possono anche beneficiare di un rimborso parziale o totale del supplemento di rete, per cui le imprese ad alta intensità energetica riescono a risparmiare rapidamente importi a cinque o sei cifre. Sinora questi vantaggi erano riservati alle aziende dei settori energivori, come quello metallurgico, chimico e alimentare. Con la nuova legge sul CO2 che entrerà in vigore nel 2025, invece, saranno estesi a tutte le imprese. Gli accordi sugli obiettivi, inoltre, sono utili ai grandi consumatori ai quali le leggi cantonali sull’energia impongono misure di efficienza.
Alle piccole e medie imprese che sottoscrivono un accordo sugli obiettivi l’AEnEC offre un pacchetto di efficientamento consolidato, realizzabile anche senza esperti energetici interni all’azienda. Alle grandi imprese, invece, propone una soluzione di consulenza flessibile con misure personalizzate. La procedura di base è identica per tutte le aziende: all’analisi dei consumi energetici fa seguito la definizione di obiettivi di risparmio che, una volta sottoposti all’audit di Confederazione e Cantoni, vengono attuati con il supporto di specialisti e monitorati a cadenza annuale.
Per azzerare del tutto le emissioni di gas serra entro il 2050, occorre un secondo strumento con un’ottica di lungo termine. A tal fine l’AEnEC offre alle imprese il pacchetto di servizi «Piano per la decarbonizzazione», comprendente misure atte a eliminare completamente le emissioni di CO2. Si inizia con l’adozione di misure di efficienza all’interno dell’azienda, dopodiché si apportano adeguamenti ai processi, ad esempio la riduzione della temperatura di processo. Questi ultimi sono fondamentali per scegliere i vettori rinnovabili adeguati. Ancora troppo spesso si commette l’errore di mantenere processi con grande consumo energetico ad alta temperatura senza una verifica dei requisiti e di sostituirlo con un vettore energetico rinnovabile per alta temperatura come il legno. Ha più senso, invece, ridurre la temperatura di processo laddove possibile e successivamente coprire il fabbisogno termico con il recupero termico e il calore residuo o con pompe di calore.
Il piano dell’AEnEC o – se l’azienda vuole entrare più nel dettaglio – la consulenza dell’AEnEC in materia di risorse include nella valutazione le emissioni di gas serra delle attività a monte, per cui considera ad esempio anche l’energia utilizzata per la produzione di acciai o componenti in plastica acquistati (scope 2/3). Può anche rientrarvi la compensazione delle emissioni di gas serra attraverso l’acquisto di certificati – da scegliere tuttavia come ultima soluzione, perché sono costosi. Un occhio va sempre dato anche alla qualità dei certificati. La legge sul clima e sull’innovazione prevede che le imprese debbano raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050. Dovendo elaborare tabelle di marcia che spieghino come intendono raggiungere tale obiettivo, il piano di decarbonizzazione diventa un obbligo.
Con l’accordo sugli obiettivi e il piano di decarbonizzazione l’AEnEC offre una combinazione vincente, sotto il profilo economico ed ecologico, tra servizi di consulenza pratici e tool online. La sostenibilità d’impresa, infatti, sta ormai diventando una questione esistenziale per le PMI che, come sotto fornitori, sono sempre più vincolate ai target di decarbonizzazione dei loro clienti. Anche la politica energetica invoca una riduzione sistematica dei consumi: le PMI lungimiranti sono attrezzate al meglio per far fronte a possibili situazioni di penuria e ad alti prezzi dell’energia.
Anche l’effetto psicologico non è da trascurare. Una volta compiuto il primo – magari faticoso – passo, il secondo non sarà più così difficile. A quel punto può nascere una sorta di competizione interna: nel tentativo di superare sé stessi, si adottano sempre nuove misure di risparmio, per cui non solo si finisce per prenderci gusto, ma si riducono anche le emissioni di CO2 e, in ultima istanza, si fa del bene al clima.
Anche se la legge sul CO2 non chiarisce tutti i punti chiave relativi al periodo successivo al 2024, i consulenti dell’AEnEC si tengono sempre aggiornati e vi informano prontamente sugli sviluppi. Sono gli interlocutori ideali per le imprese che non conoscono ancora a fondo il nuovo progetto di legge.
25.10.2024
Con il piano per la decarbonizzazione vi supportiamo e vi consigliamo nello sviluppo di una strategia di decarbonizzazione graduale e intelligente, in linea con i principi dell’economia aziendale. A questo proposito teniamo conto delle condizioni specifiche dello sabilimento, dei piani e degli obiettivi della vostra azienda.
Tout en contribuant comme conseillère à améliorer les usages énergétiques et progresser vers le zéro émission nette, Margaux Giacalone, comme jeune maman, insiste qu’il faut, collectivement, aller bien au-delà !
« Ton loisir préféré ? ». En d’autres temps, la conseillère AEnEC Margaux Giacalone aurait répondu : la lecture – un bon roman policier de Jo Nesbø. « Là, c’est plutôt dormir ! », sourit l’heureuse maman de Julia, deux ans. « Plus sérieusement, j’ai ce bonheur d’avoir mes vendredis libres et mon loisir, ce sont ces heures privilégiées avec ma fille, qui me fait redécouvrir le monde avec ses yeux d’enfant, les promenades, la nature où me ressourcer et permettre à cette petite boule d’énergie de se défouler. »
Du lundi au jeudi, d’autres énergies occupent Margaux dans un grand bureau d’ingénieurs bâlois. A peine l’avait-elle intégré, en 2014, fraîche diplômée en génie climatique et énergétique de l’INSA de Strasbourg, qu’un collègue lui avait vanté « un travail enrichissant au-delà de l’ordinaire d’un bureau d’études ». Et Margaux a rejoint l’AEnEC. Elle accompagne depuis dix ans, gage de relations privilégiées, quatre très grandes entreprises. Et une cinquième depuis 2024, plus le suivi à deux conseillers d’une chaîne de restauration.
Et le « travail enrichissant » s’enrichit, ainsi avec le plan décarbonation de l’Agence, obligatoire avec toute nouvelle convention. « Nous, conseillers/ères, relayons auprès des entreprises l’actualité de la loi CO2. Leur grande inquiétude ? L’après 2024. Mais malgré des budgets éprouvés, l’amélioration énergétique reste une priorité, stimulée par les coûts de l’énergie et le zéro émission nette de 2050. »
Encourageant, mais Margaux maman pense engagement global. « Quel monde laissera-t-on à nos enfants ? Nous avons une responsabilité environnementale vis-à-vis d’eux. Il est urgent de leur transmettre des valeurs, d’agir pour la planète ». Et Julia d’approuver Maman avec force sourires !
Le 3852 aziende che partecipano alla gestione energetica dell’AEnEC hanno realizzato risparmi pari al doppio delle emissioni annuali di CO2 della città di Zurigo. Per altri dati e storie entusiasmanti vi invitiamo a leggere il rapporto di attività dell’AEnEC.
I gruppi del modello energetico mantengono ciò che promettono. Le 2750 imprese aderenti al modello energetico dell’AEnEC hanno a disposizione ben 101 gruppi in cui scambiarsi vicendevolmente le esperienze.
Parola del professor Patel dell’Università di Ginevra: la Svizzera è di gran lunga la nazione in Europa con le industrie a minore intensità energetica. Il consumo di energia per plusvalore lordo, ad esempio, è tre volte più basso di quello della Germania e un decimo di quello dei finlandesi. Questo dato è anche un bel segnale di riconoscimento degli sforzi che, attraverso l’AEnEC, vengono profusi da anni da parte dell’industria dietro la spinta dell’auto-organizzazione dell’economia. Grazie alle misure adottate dal 2001, infatti, le imprese con un accordo sugli obiettivi risparmiano complessivamente circa 2.3 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, ossia oltre il 30 per cento. È decisamente più di quanto ci si sarebbe aspettati con il solo impatto della tassa sul CO2.
Nelle grandi industrie energivore, sono anni che gli esperti si impegnano per risparmiare energia. Con un’analisi esterna mirata, essi individuano sempre nuove potenzialità di efficientamento inutilizzate, riscontrando un dato di fatto sorprendente: più le imprese sono piccole e più i costi energetici sono insignificanti, più sono le misure di efficienza a cui si trovano dinanzi i consulenti dell’AEnEC. La domanda cruciale è quindi: che cosa spinge queste aziende a occuparsi del tema dell’efficienza energetica? La risposta è chiara: è uno stimolo a ottenere il rimborso della tassa sul CO2. In cambio, le imprese accettano obiettivi vincolanti e si fanno monitorare di anno in anno per essere certe di avere imboccato la strada giusta.
Con le misure attuate anno dopo anno, presto l’AEnEC non avrà più nulla da fare? Chi lo pensa non ha compreso la dinamica dell’economia: in primo luogo, infatti, ci sono sempre nuove potenzialità economiche emergenti o derivanti da innovazioni e cambiamenti dei processi. Basti pensare, ad esempio, al modello energetico di Zurigo, che da ormai oltre 30 anni sta incrementando l’efficienza. In secondo luogo, va detto che il maggior potenziale risiede nelle numerose imprese meno energivore che non possiedono ancora una gestione energetica sistematica come quella promossa dall’AEnEC. Per motivare queste aziende, tuttavia, occorrerebbe ridurre gli ostacoli al raggiungimento del diritto all’esenzione.
La prima legge sul CO₂, in vigore fino alla fine del 2012, prevedeva per l’economia una riduzione delle emissioni di CO2 del 15 percento rispetto al 1990. I partecipanti AEnEC hanno superato ampiamente l’obiettivo registrando una riduzione complessiva del 25 percento. Lo scorso anno il focus è stato il passaggio al nuovo periodo di riduzione 2013–2020 previsto della legge sul CO2.
Anche per il nuovo periodo di adempimento l’AEnEC è stata incaricata dalla Confederazione di fornire alle imprese svizzere i seguenti servizi: assistenza e consulenza per l’elaborazione, l’attuazione e il monitoraggio di accordi volontari sugli obiettivi e di proposte di obiettivo finalizzate all’esenzione dalla tassa sul CO2. Per tre anni l’AEnEC ha preparato con massima cura la transizione al nuovo periodo di impegno. Al fine di sviluppare un’applicazione completamente web che integrasse la nuova legislazione sul CO2 e permettesse di attuare anche l’esenzione dal supplemento rete prevista per il 2014 e le modifiche della legge sull’energia, abbiamo investito ben tre milioni di franchi solo nel nostro sistema informatico.
Se durante la fase di transizione non si sono verificate lacune nell’attuazione delle misure, il merito va riconosciuto anche al grande impegno delle moderatrici e dei moderatori come pure dei consulenti PMI dell’AEnEC che assistono quotidianamente i partecipanti. Il numero dei componenti del team, che dal mese di settembre 2013 è accreditato e formato secondo una procedura messa a punto dalla Scuola universitaria professionale di Rapperswil, nel frattempo comprende ben 80 persone. Siamo fieri dei nostri specialisti e siamo convinti che siano loro il vero capitale dell’AEnEC.
In quanto partner per la protezione climatica e l’efficienza energetica, continueremo ad impegnarci fattivamente per l’attuazione della legislazione sul CO2 e sull’energia al fine di garantire che le aziende in Svizzera e l’insieme dell’economia svizzera raggiungano gli obiettivi di riduzione del CO2 e di efficienza energetica anche nel periodo 2013–2020. Per garantire un passaggio diretto e senza problemi al periodo dopo il 2020 è necessario preparare il terreno anzitempo.
Rudolf Minsch, Presidente
Armin Eberle, Direttore