A inizio anno sono entrate in vigore varie modifiche di legge scaturite dall’iniziativa parlamentare «Rafforzare l’economia circolare svizzera», con cui si creano le basi per realizzare la chiusura dei cicli dei materiali e rafforzare l’economia circolare per prodotti e costruzioni.
Ecco alcuni esempi delle novità in materia di prodotti e rifiuti:
Già alcuni anni fa l’AEnEC ha lanciato l’offerta «Efficienza delle risorse», il cui scopo è individuare le potenzialità delle imprese in tal senso, formulare obiettivi e definire misure attraverso cui orientare gradualmente il fabbisogno di risorse lungo tutta la catena di fornitura verso una maggiore sostenibilità.
Grazie a questo approccio un’impresa non solo può risparmiare a livello di costi e materiali, ma anche ridurre rifiuti ed emissioni di gas serra, aumentando ad esempio le percentuali di riciclaggio. Allo stesso tempo l’offerta consente all’impresa o al gruppo di imprese di stilare un bilancio dei gas serra conforme al protocollo GHG e un bilancio ecologico dell’organizzazione, individuando anche i principali impatti a livello Scope 3.
In sinergia con l’impresa, inoltre, l’AEnEC elabora elenchi di misure e stima l’impatto di ognuna di esse a livello di materiali, energia, emissioni di gas serra e altri fattori. Il tutto è corredato da una previsione circa l’evoluzione nel tempo dei principali fattori in caso di attuazione sistematica delle misure. Gli indicatori sviluppati specificamente dall’AEnEC danno visibilità in merito all’uso efficiente dei materiali, alla percentuale di riciclaggio e al miglioramento generale dell’efficienza delle risorse. Nel monitoraggio annuale si evidenzia l’efficacia delle misure attuate.
Dinanzi alle richieste della clientela, un’impresa che ha aderito all’offerta «Efficienza delle risorse» è nelle condizioni migliori per fornire risposte sui temi dell’ambiente e delle emissioni di gas serra. Su questa base, inoltre, può definire modelli di business futuri incentrati sull’economia circolare. Una situazione win-win, dunque, sia per l’impresa che per l’ambiente.
Mikron Machining SA è leader a livello mondiale nell’assemblaggio di macchine industriali di alta precisione. Dalle componenti per l’orologeria alle testine per le penne a sfera (con oltre il 95% di quota di mercato globale), l’azienda è attiva da oltre un secolo. Per capire meglio come la produzione di macchinari elettromeccanici di altissima precisione si sposa al miglioramento del bilancio energetico aziendale, ad Agno abbiamo incontrato Bruno Jöhl, Head of Supply Chain Division Machining.
L’azienda Mikron Machining SA fa parte del gruppo Mikron, conta attualmente circa 400 dipendenti (sui 1300 totali) e si occupa della produzione di macchinari industriali.
Lorenzo Medici e Bruno Jöhl.
Bruno Jöhl.
Mikron Machining SA ha sede ad Agno, sulle rive del lago di Lugano. Le alte palme all’entrata dell’azienda ci invitano al relax, ma non lasciamoci ingannare: all’interno dell’edificio, risanato di recente, i dipendenti lavorano alacremente intorno a macchinari in grado di produrre pezzi industriali con una precisione di pochi millesimi di millimetro, pari a una frazione del diametro di un capello.
Uno dei prodotti che ha reso l’azienda famosa nel mondo è senza dubbio la testina per le penne a sfera. Con oltre 145 milioni di pezzi prodotti ogni giorno e il 95% della quota di mercato mondiale, le penne sulla vostra scrivania o nelle vostre tasche contengono una tecnologia tutta ticinese. Con orgoglio, Bruno Jöhl ci mostra la linea di montaggio dove ciascuna delle macchine in costruzione è in grado di produrre oltre 28 000 testine l’ora.
La volontà di Mikron Machining di migliorare il proprio impatto ambientale risale a quasi tre decenni fa. L’azienda figura infatti tra le prime sette aziende ticinesi che hanno stipulato degli accordi volontari nel lontano 1996, ben prima quindi che entrassero in vigore norme vincolanti. Da allora, l’impegno per un costante miglioramento del bilancio energetico non è mai diminuito.
Nel 2003 ha stipulato il primo accordo sugli obiettivi con l’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC) mentre nel 2013 un nuovo accordo volontario ha permesso di elaborare una strategia che ha portato a un ampio risanamento dell’edificio. Nuove finestre, isolamento dello stabile, illuminazione a LED, un nuovo sistema di riscaldamento raffrescamento e ventilazione: così Mikron ha ridotto del 50% il proprio consumo energetico, con un risparmio di oltre 100 tonnellate di anidride carbonica (CO2).
Il tema della ventilazione, in particolare, è stato importante. Mantenere oltre 6000 metri quadrati di spazi industriali a una temperatura costante di 20°C richiede un impianto complesso che riscalda in inverno e raffredda in estate. Grazie a un nuovo sistema di climatizzazione alimentato con una termopompa che sfrutta il calore di scarto dei processi produttivi, l’azienda è riuscita a ridurre le emissioni di CO2 di 130 tonnellate l’anno e abbattuto il consumo di olio combustibile per oltre 50 000 litri l’anno.
«Il risanamento energetico e la riduzione degli spazi si sono rivelate delle mosse importanti» ci racconta Bruno Jöhl, mentre visitiamo una nuova area dedicata alla produzione di pezzi destinati al consumo interno all’azienda. «Abbiamo ridotto la superficie da oltre 4000 a ca. 2000 metri quadrati mantenendo invariata la capacità produttiva. Così facendo, in inverno abbiamo risparmiato fino a 5000 litri di olio combustibile al mese.»
Sul soffitto dell’area notiamo il nuovo sistema di illuminazione. Anche in questo caso, la sostituzione di circa 1000 tubi fluorescenti con LED di ultima generazione ha contribuito a risparmiare energia e ridurre i costi. «Abbiamo stimato un risparmio di 120 000 chilowattora l’anno grazie al nuovo sistema di illuminazione» spiega il consulente dell’AEnEC Lorenzo Medici. «Illuminare e riscaldare spazi vuoti è chiaramente un lusso energetico che non ci si può più permettere.»
Un altro importante tassello della strategia di riduzione dei consumi energetici riguarda l’ottimizzazione dei processi produttivi. «Ogni piccolo miglioramento, anche il più minuscolo, può fare una differenza enorme quando si ha a che fare con una produzione di milioni di pezzi» spiega Bruno Jöhl.
Il team dell’azienda cerca sempre di ottimizzare il ciclo produttivo considerando più fattori, tra cui l’efficienza energetica dei macchinari e il miglioramento degli utensili. In un’ottica di sostenibilità, questi adeguamenti aiutano a ridurre l’impatto ambientale dei macchinari prodotti da Mikron durante l’utilizzo da parte dei propri clienti.
Discorso che vale non solo per i nuovi apparecchi, ma anche per quelli più longevi. «Alcuni macchinari hanno oltre 50 anni e funzionano tuttora» ci spiega Jöhl. «Invece di costruirne di nuovi, ripariamo e miglioriamo l’efficienza di quelli già esistenti per evitarne la sostituzione.» Un altro modo per risparmiare risorse preziose e garantire una seconda vita a dispositivi prodotti in un’epoca con standard energetici ben diversi da quelli odierni.
L’impegno di Mikron per ridurre le emissioni e il consumo energetico non appartiene solo alle sedi in SvizzeraIl gruppo Mikron applica uniformemente la sua politica di sostenibilità in tutte le sedi.
Tra i prossimi passi che attendono l’azienda (e i consulenti dell’AEnEC che seguono i lavori ad Agno) ci sono l’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto e l’aggiornamento della flotta aziendale con veicoli ibridi ed elettrici. Infine, Mikron Machining intende ridurre anche le emissioni indirette legate alla catena logistica e ai trasporti dei fornitori.
Il percorso per la decarbonizzazione, insomma, continua con grande slancio.
25.03.2025
Mikron Machining SA Agno
-66 % di combustibili fossili
Riduzioni ottenute tra il 2013 e il 2023
2000 tonnellate di CO2
Riduzione cumulativa dei combustibili fossili ottenuta tra il 2013 e il 2023
-70 % di riduzione delle emissioni di CO2
Riduzioni ottenute tra il 2013 e il 2023 grazie a ristrutturazioni e miglioramenti dell’efficienza energetica
145 000 000 al giorno, pari al 95% del mercato globale
Numero di punte biologiche prodotte su macchine sviluppate e fabbricate da Mikron
L’azienda Mikron Machining SA fa parte del gruppo Mikron, conta attualmente circa 400 dipendenti (sui 1’300 totali) e si occupa della produzione di macchinari industriali. La sede principale è ad Agno, ma il gruppo ha filiali anche negli Stati Uniti, in Germania, in Lituania, in Cina e a Singapore.
A marzo il Parlamento ha adottato la nuova legge sul CO2 per il periodo 2025-2040. In vigore da luglio, essa prevede che in futuro tutte le imprese possano ottenere il rimborso della tassa sul CO2, purché s’impegnino a ridurre le loro emissioni di anidride carbonica sulla base di un accordo sugli obiettivi con la Confederazione. A tal fine, entro al massimo tre anni dopo aver concordato questo impegno le aziende devono presentare un programma di decarbonizzazione, come quello che l’AEnEC propone con il nome di Piano per la decarbonizzazione. La tassa sul CO2 rimane pari a 120 franchi per tonnellata di CO2.
L’estensione della possibilità di essere esentati dalla tassa sul CO2 dovrebbe essere per molte imprese un incentivo a investire in misure di decarbonizzazione. E, come mostrano vari esempi citati in questo numero e anche un interessante articolo sul tandem tra Piano per la decarbonizzazione e accordo sugli obiettivi, emettere meno CO2 non aiuta soltanto a ridurre i propri consumi energetici e quindi i costi, ma anche l’ambiente. La decarbonizzazione è un’opportunità. Non lasciatevela sfuggire, dunque, e seguite l’esempio delle aziende che hanno già intrapreso questo percorso.
Prof. Dr. Rudolf Minsch
Presidente
Frank R. Ruepp
Direttore
L’esperto ingegnere chimico conosce l’industria ticinese e sa come l’economia coglie i cosiddetti low e high hanging fruits per migliorare il bilancio energetico e delle risorse. Lorenzo Medici rappresenta l’AEnEC in Ticino.
Che sia nel frutteto o nella sua collaborazione con le imprese ticinesi, per Lorenzo Medici la soddisfazione più grande è quando il suo lavoro porta frutti. «Ottenere un ottimo risultato con le fragole, le more o l’uva che coltivo nel mio giardino, però, in genere è più facile che indirizzare un’impresa sul migliore percorso di riduzione del CO2», commenta sorridendo l’ingegnere chimico laureato con dottorato al Politecnico Federale. Parla con cognizione di causa: i trent’anni di esperienza nell’industria ticinese gli hanno insegnato da tempo che i «low hanging fruits» – quando si parla di efficienza energetica e riduzione del CO2 – sono già stati per buona parte raccolti. Bisogna dunque rimboccarsi le maniche!
Dal 2022 Medici mette la sua professionalità al servizio delle imprese ticinesi come consulente dell’Agenzia dell’energia per l’economia. «Mi stimola, perché collaboro con le imprese più diverse, ognuna con il proprio contesto e le proprie esigenze, e posso fare qualcosa di efficace per loro». Medici è affascinato dai flussi energetici nell’economia e dal compito di efficientarli il più possibile dal punto di vista economico ed ecologico. La conoscenza dei dati è fondamentale a tal fine. «Senza dati non puoi fare nulla», commenta. Sono la base di qualunque analisi e raccomandazione solida. Se adesso si tratta di decarbonizzare le imprese azzerando le emissioni nette o di orientarle verso l’economia circolare tramite un uso efficiente delle risorse, servono ancora più dati. Ma non solo. Ci vuole soprattutto know-how in materia di processi industriali di produzione. «Per fare davvero un passo avanti», continua Medici «dobbiamo scavare più in profondità e intervenire nei processi di produzione insieme alle aziende». Per cogliere il meglio per le imprese dagli «high hanging fruits», fa ricorso al suo prezioso bagaglio di conoscenze maturato in anni di esperienza nell’industria chimica, farmaceutica e metallurgica. Spesso si tratta di formulare proposte su come implementare la strategia di sostenibilità e gli obiettivi ambientali delle case madri svizzere ed estere nello stabilimento di produzione in Ticino.
Medici non vede l’ora del prossimo periodo di accordi sugli obiettivi, che partirà nel 2025 – non solo perché ritornerà a essere più «sul campo» tra le imprese locali, ma soprattutto perché prevede che crescerà il numero di aziende che decideranno di stabilire un percorso di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni di CO2. Rispetto ad ora, infatti, dal 2025 non saranno più soltanto determinate imprese a poter optare per un accordo sugli obiettivi, bensì tutte quelle che attueranno misure ecologiche concrete per ottenere il rimborso della tassa sul CO2.
25.03.2025
Lorenzo Medici
Professione:
Ingegnere chimico laureato con dottorato al PF
Consulente AEnEC:
dal 2022
Accordi sugli obiettivi seguiti:
30
MWh in meno di energia:
63 658
MWh in meno di energia elettrica:
30 340
Tonnellate in meno di CO2:
7381
La Svizzera sta puntando ad azzerare le proprie emissioni nette di gas ad effetto serra. I progressi compiuti a tal fine dalle PMI sono già notevoli, anche grazie al binomio tra accordo sugli obiettivi e «Piano per la decarbonizzazione» proposto dall’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC).
Benedikt Vogel
Risparmiare energia, emissioni e denaro: sono vent’anni che l’accordo sugli obiettivi unisce in sé proprio questi vantaggi. Le imprese che definiscono obiettivi vincolanti di riduzione dei loro consumi energetici per un periodo di dieci anni sono esentate dalla tassa sul CO2 sui combustibili fossili. Le misure di sostenibilità che adottano hanno dunque un duplice vantaggio: la restituzione dell’importo versato per la tassa e la riduzione dei costi energetici. I grandi consumatori di energia elettrica possono anche beneficiare di un rimborso parziale o totale del supplemento di rete, per cui le imprese ad alta intensità energetica riescono a risparmiare rapidamente importi a cinque o sei cifre. Sinora questi vantaggi erano riservati alle aziende dei settori energivori, come quello metallurgico, chimico e alimentare. Con la nuova legge sul CO2 che entrerà in vigore nel 2025, invece, saranno estesi a tutte le imprese. Gli accordi sugli obiettivi, inoltre, sono utili ai grandi consumatori ai quali le leggi cantonali sull’energia impongono misure di efficienza.
Alle piccole e medie imprese che sottoscrivono un accordo sugli obiettivi l’AEnEC offre un pacchetto di efficientamento consolidato, realizzabile anche senza esperti energetici interni all’azienda. Alle grandi imprese, invece, propone una soluzione di consulenza flessibile con misure personalizzate. La procedura di base è identica per tutte le aziende: all’analisi dei consumi energetici fa seguito la definizione di obiettivi di risparmio che, una volta sottoposti all’audit di Confederazione e Cantoni, vengono attuati con il supporto di specialisti e monitorati a cadenza annuale.
Per azzerare del tutto le emissioni di gas serra entro il 2050, occorre un secondo strumento con un’ottica di lungo termine. A tal fine l’AEnEC offre alle imprese il pacchetto di servizi «Piano per la decarbonizzazione», comprendente misure atte a eliminare completamente le emissioni di CO2. Si inizia con l’adozione di misure di efficienza all’interno dell’azienda, dopodiché si apportano adeguamenti ai processi, ad esempio la riduzione della temperatura di processo. Questi ultimi sono fondamentali per scegliere i vettori rinnovabili adeguati. Ancora troppo spesso si commette l’errore di mantenere processi con grande consumo energetico ad alta temperatura senza una verifica dei requisiti e di sostituirlo con un vettore energetico rinnovabile per alta temperatura come il legno. Ha più senso, invece, ridurre la temperatura di processo laddove possibile e successivamente coprire il fabbisogno termico con il recupero termico e il calore residuo o con pompe di calore.
Il piano dell’AEnEC o – se l’azienda vuole entrare più nel dettaglio – la consulenza dell’AEnEC in materia di risorse include nella valutazione le emissioni di gas serra delle attività a monte, per cui considera ad esempio anche l’energia utilizzata per la produzione di acciai o componenti in plastica acquistati (scope 2/3). Può anche rientrarvi la compensazione delle emissioni di gas serra attraverso l’acquisto di certificati – da scegliere tuttavia come ultima soluzione, perché sono costosi. Un occhio va sempre dato anche alla qualità dei certificati. La legge sul clima e sull’innovazione prevede che le imprese debbano raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050. Dovendo elaborare tabelle di marcia che spieghino come intendono raggiungere tale obiettivo, il piano di decarbonizzazione diventa un obbligo.
Con l’accordo sugli obiettivi e il piano di decarbonizzazione l’AEnEC offre una combinazione vincente, sotto il profilo economico ed ecologico, tra servizi di consulenza pratici e tool online. La sostenibilità d’impresa, infatti, sta ormai diventando una questione esistenziale per le PMI che, come sotto fornitori, sono sempre più vincolate ai target di decarbonizzazione dei loro clienti. Anche la politica energetica invoca una riduzione sistematica dei consumi: le PMI lungimiranti sono attrezzate al meglio per far fronte a possibili situazioni di penuria e ad alti prezzi dell’energia.
Anche l’effetto psicologico non è da trascurare. Una volta compiuto il primo – magari faticoso – passo, il secondo non sarà più così difficile. A quel punto può nascere una sorta di competizione interna: nel tentativo di superare sé stessi, si adottano sempre nuove misure di risparmio, per cui non solo si finisce per prenderci gusto, ma si riducono anche le emissioni di CO2 e, in ultima istanza, si fa del bene al clima.
Anche se la legge sul CO2 non chiarisce tutti i punti chiave relativi al periodo successivo al 2024, i consulenti dell’AEnEC si tengono sempre aggiornati e vi informano prontamente sugli sviluppi. Sono gli interlocutori ideali per le imprese che non conoscono ancora a fondo il nuovo progetto di legge.
25.03.2025
Con il piano per la decarbonizzazione vi supportiamo e vi consigliamo nello sviluppo di una strategia di decarbonizzazione graduale e intelligente, in linea con i principi dell’economia aziendale. A questo proposito teniamo conto delle condizioni specifiche dello sabilimento, dei piani e degli obiettivi della vostra azienda.
La Spühl GmbH definisce la sostenibilità come uno dei suoi sei valori aziendali. Il direttore della società, Thomas Boltshauser, ci spiega perché e Frank R. Ruepp, direttore dell’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC), ci racconta come mai la sostenibilità è diventata un pilastro importante per le aziende.
Il processo di produzione dei macchinari è simile a quello di altri fabbricanti del settore. Da noi una parte consistente dell’energia è destinata alle lavorazioni di componenti metallici tramite asportazione di truciolo, come tornitura, fresatura e rettifica. La produzione di molle insacchettate sui nostri macchinari richiede parecchia energia a causa del trattamento termico, visto che ogni molla dev’essere riscaldata a 300 gradi e poi nuovamente raffreddata prima della lavorazione successiva. Il trattamento termico è necessario per motivi di qualità, poiché garantisce che le molle, anche quelle insacchettate, mantengano la loro forma per decenni. Lo sapevate che l’acciaio utilizzato nelle molle insacchettate è per buona parte riciclato e che rappresenta l’elemento più duraturo di un materasso?
Per la produzione di una molla insacchettata del peso, ad esempio, di 20 chilogrammi una macchina Spühl consuma all’incirca 0.8 chilowattora di energia – quanto un’auto elettrica media per percorrere più o meno cinque chilometri. Ma tornando ancora alle nostre macchine: in realtà, dal punto di vista energetico – essendo il loro compito principale l’effettivo avvolgimento della molla – sono delle piccole centrali termiche, visto che ogni molla dev’essere riscaldata e poi nuovamente raffreddata in frazioni di secondo, affinché i processi successivi possano essere effettuati a temperature inferiori. Il calore residuo risultante viene riutilizzato solo in parte dai clienti, dato che si tratta di un processo tecnicamente complicato e costoso.
Parecchio. Le nostre macchine odierne, ad esempio, hanno molta più elettronica di quelle di una volta. Inoltre sono collegate in rete e possono essere manutenute da remoto. In passato, invece, molte cose si risolvevano ancora a livello meccanico.
Assolutamente sì. In tutti i settori industriali si osserva una continua tendenza all’automazione e all’impiego dell’elettronica per migliorare l’efficienza e la precisione di macchinari e processi, anche dal punto di vista del controllo e della garanzia di qualità.
Abbiamo sei valori aziendali, uno dei quali è la sostenibilità. Cerchiamo di essere sostenibili a 360 gradi in tutti i processi e i servizi, ad esempio sul fronte dei rifiuti. Inoltre progettiamo e produciamo i nostri macchinari affinché durino a lungo nel tempo. Garantiamo l’assistenza anche dieci anni dopo l’acquisto. In altre parole, i nostri clienti ricevono un prodotto sostenibile da tutti i punti di vista. Inoltre effettuiamo upgrade sul campo in tutto il mondo e revisioni presso Spühl.
Abbiamo ad esempio sostituito tutte le pompe di circolazione della centrale termica e ci siamo allacciati alla rete di teleriscaldamento. Per quanto riguarda l’illuminazione, non solo siamo passati ai LED, ma abbiamo introdotto anche un sistema di comando in base all’intensità luminosa. Inoltre recuperiamo il calore residuo dei compressori per alimentare il nostro impianto di lavaggio dei pezzi. Anche il compressore tradizionale è stato sostituito da un modello con recupero di calore, che ci consente di sfruttare il calore residuo per il riscaldamento dei locali. Nell’autunno del 2024, inoltre, installeremo un impianto fotovoltaico con una potenza di picco di circa 1300 chilowatt, per cui dall’anno prossimo produrremo energia elettrica sui nostri tetti. Circa il 50 per cento di essa verrà utilizzata per il consumo interno. Per i prossimi anni stiamo anche pensando di installare delle colonnine di ricarica per le auto elettriche.
Sì, finanziamo ad esempio parte dell’abbonamento Ostwind e partecipiamo al progetto Bike-to-work. Tra l’altro, da noi la sensibilizzazione riveste un ruolo importante: ricordiamo ad esempio ai nostri collaboratori di spegnere il computer una volta finito di lavorare. Abbiamo creato anche un team dedicato a Salute, Ambiente ed Energia, in cui sono rappresentate tutte le divisioni aziendali. Questo team si occupa di realizzare vari progetti, anche iniziative di utilità pubblica sul territorio comunale.
Assolutamente sì, per una varietà di motivi. Non è soltanto una questione di risparmio di risorse e di efficienza dei costi, ma anche di management degli stakeholder. Tutte le persone, i gruppi o le organizzazioni che hanno un interesse nell’azienda o che hanno a che fare con essa devono essere tenute in considerazione. Al giorno d’oggi clienti, fornitori, partner, collaboratori ecc. si aspettano che un’impresa s’impegni sul fronte della sostenibilità. Non si tratta soltanto di reputazione, ma anche di vantaggi competitivi – soprattutto per i first mover.
Dal punto di vista degli stakeholder sicuramente sì. D’altro lato, tuttavia, ai fini dell’obiettivo di azzerare le emissioni nette entro il 2050 queste aziende hanno meno potenziale non ancora sfruttato a cui poter attingere, ossia meno nuove misure redditizie che possono ancora implementare per aumentare l’efficienza dei gas serra.
Le nostre piattaforme di macchinari che producono vari tipi di molle insacchettate sono raddoppiate nell’arco di dieci anni: grazie ai nostri collaboratori innovativi e ai nostri clienti che ripongono fiducia in noi. Al nostro portafoglio abbiamo aggiunto servizi digitali (smart services) che ci consentono di utilizzare e monitorare sia le macchine Spühl che la materia prima lavorata con ancora maggiore efficienza, riducendo così l’usura e di conseguenza i costi. Sfruttiamo anche tecnologie come la stampa 3D per produrre parti soggette a forti carichi dinamici o con forme complesse in piccoli lotti.
Abbiamo partecipato al modello PMI, da cui è scaturito un vasto programma di interventi. Hans Hatt, il nostro consulente AEnEC, ci ha fornito un supporto prezioso, che ci ha consentito di raggiungere i nostri obiettivi più velocemente del previsto.
Sì, il team della Spühl ha davvero fatto un ottimo lavoro. Noi dell’AEnEC siamo lieti di aver potuto contribuire a questo successo e che l’azienda Spühl sia soddisfatta del nostro supporto.
Molla insacchettata Bonnell Spühl: le macchine che producono questo tipo di molle provengono dalla Spühl GmbH.
Spühl GmbH esiste da circa 150 anni.
Frank R. Ruepp a colloquio con Thomas Boltshauser.
Molte persone entrano in contatto con l’azienda Spühl GmbH quanto meno di notte, senza rendersene conto. In oltre 150 Paesi del mondo, infatti, i produttori di materassi e molle insacchettate utilizzano macchinari Spühl per la produzione di queste molle. L’azienda della Svizzera orientale è leader mondiale nella produzione di macchinari per la lavorazione del filo metallico adibiti alla fabbricazione automatica e semiautomatica di molle insacchettate.
Fondata a San Gallo nel 1877, attualmente la società fa parte dell’americana Leggett & Platt Inc. e opera a livello globale. Ciò nonostante continua a puntare sulla qualità e sulla precisione svizzere, ad esempio con il marchio Fides e Spühl Services, con cui vende macchinari per molle insacchettate made in Switzerland.
Spühl GmbH si posiziona inoltre come partner di outsourcing per la produzione di macchinari e apparecchi destinati alle PMI operanti in numerosi mercati di nicchia. Produce componenti, gruppi e sviluppa e realizza persino interi macchinari per clienti terzi.