Le 3852 aziende che partecipano alla gestione energetica dell’AEnEC hanno realizzato risparmi pari al doppio delle emissioni annuali di CO2 della città di Zurigo. Per altri dati e storie entusiasmanti vi invitiamo a leggere il rapporto di attività dell’AEnEC.
Parola del professor Patel dell’Università di Ginevra: la Svizzera è di gran lunga la nazione in Europa con le industrie a minore intensità energetica. Il consumo di energia per plusvalore lordo, ad esempio, è tre volte più basso di quello della Germania e un decimo di quello dei finlandesi. Questo dato è anche un bel segnale di riconoscimento degli sforzi che, attraverso l’AEnEC, vengono profusi da anni da parte dell’industria dietro la spinta dell’auto-organizzazione dell’economia. Grazie alle misure adottate dal 2001, infatti, le imprese con un accordo sugli obiettivi risparmiano complessivamente circa 2.3 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, ossia oltre il 30 per cento. È decisamente più di quanto ci si sarebbe aspettati con il solo impatto della tassa sul CO2.
Nelle grandi industrie energivore, sono anni che gli esperti si impegnano per risparmiare energia. Con un’analisi esterna mirata, essi individuano sempre nuove potenzialità di efficientamento inutilizzate, riscontrando un dato di fatto sorprendente: più le imprese sono piccole e più i costi energetici sono insignificanti, più sono le misure di efficienza a cui si trovano dinanzi i consulenti dell’AEnEC. La domanda cruciale è quindi: che cosa spinge queste aziende a occuparsi del tema dell’efficienza energetica? La risposta è chiara: è uno stimolo a ottenere il rimborso della tassa sul CO2. In cambio, le imprese accettano obiettivi vincolanti e si fanno monitorare di anno in anno per essere certe di avere imboccato la strada giusta.
Con le misure attuate anno dopo anno, presto l’AEnEC non avrà più nulla da fare? Chi lo pensa non ha compreso la dinamica dell’economia: in primo luogo, infatti, ci sono sempre nuove potenzialità economiche emergenti o derivanti da innovazioni e cambiamenti dei processi. Basti pensare, ad esempio, al modello energetico di Zurigo, che da ormai oltre 30 anni sta incrementando l’efficienza. In secondo luogo, va detto che il maggior potenziale risiede nelle numerose imprese meno energivore che non possiedono ancora una gestione energetica sistematica come quella promossa dall’AEnEC. Per motivare queste aziende, tuttavia, occorrerebbe ridurre gli ostacoli al raggiungimento del diritto all’esenzione.