La Spühl GmbH definisce la sostenibilità come uno dei suoi sei valori aziendali. Il direttore della società, Thomas Boltshauser, ci spiega perché e Frank R. Ruepp, direttore dell’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC), ci racconta come mai la sostenibilità è diventata un pilastro importante per le aziende.
Il processo di produzione dei macchinari è simile a quello di altri fabbricanti del settore. Da noi una parte consistente dell’energia è destinata alle lavorazioni di componenti metallici tramite asportazione di truciolo, come tornitura, fresatura e rettifica. La produzione di molle insacchettate sui nostri macchinari richiede parecchia energia a causa del trattamento termico, visto che ogni molla dev’essere riscaldata a 300 gradi e poi nuovamente raffreddata prima della lavorazione successiva. Il trattamento termico è necessario per motivi di qualità, poiché garantisce che le molle, anche quelle insacchettate, mantengano la loro forma per decenni. Lo sapevate che l’acciaio utilizzato nelle molle insacchettate è per buona parte riciclato e che rappresenta l’elemento più duraturo di un materasso?
Per la produzione di una molla insacchettata del peso, ad esempio, di 20 chilogrammi una macchina Spühl consuma all’incirca 0.8 chilowattora di energia – quanto un’auto elettrica media per percorrere più o meno cinque chilometri. Ma tornando ancora alle nostre macchine: in realtà, dal punto di vista energetico – essendo il loro compito principale l’effettivo avvolgimento della molla – sono delle piccole centrali termiche, visto che ogni molla dev’essere riscaldata e poi nuovamente raffreddata in frazioni di secondo, affinché i processi successivi possano essere effettuati a temperature inferiori. Il calore residuo risultante viene riutilizzato solo in parte dai clienti, dato che si tratta di un processo tecnicamente complicato e costoso.
Parecchio. Le nostre macchine odierne, ad esempio, hanno molta più elettronica di quelle di una volta. Inoltre sono collegate in rete e possono essere manutenute da remoto. In passato, invece, molte cose si risolvevano ancora a livello meccanico.
Assolutamente sì. In tutti i settori industriali si osserva una continua tendenza all’automazione e all’impiego dell’elettronica per migliorare l’efficienza e la precisione di macchinari e processi, anche dal punto di vista del controllo e della garanzia di qualità.
Abbiamo sei valori aziendali, uno dei quali è la sostenibilità. Cerchiamo di essere sostenibili a 360 gradi in tutti i processi e i servizi, ad esempio sul fronte dei rifiuti. Inoltre progettiamo e produciamo i nostri macchinari affinché durino a lungo nel tempo. Garantiamo l’assistenza anche dieci anni dopo l’acquisto. In altre parole, i nostri clienti ricevono un prodotto sostenibile da tutti i punti di vista. Inoltre effettuiamo upgrade sul campo in tutto il mondo e revisioni presso Spühl.
Abbiamo ad esempio sostituito tutte le pompe di circolazione della centrale termica e ci siamo allacciati alla rete di teleriscaldamento. Per quanto riguarda l’illuminazione, non solo siamo passati ai LED, ma abbiamo introdotto anche un sistema di comando in base all’intensità luminosa. Inoltre recuperiamo il calore residuo dei compressori per alimentare il nostro impianto di lavaggio dei pezzi. Anche il compressore tradizionale è stato sostituito da un modello con recupero di calore, che ci consente di sfruttare il calore residuo per il riscaldamento dei locali. Nell’autunno del 2024, inoltre, installeremo un impianto fotovoltaico con una potenza di picco di circa 1300 chilowatt, per cui dall’anno prossimo produrremo energia elettrica sui nostri tetti. Circa il 50 per cento di essa verrà utilizzata per il consumo interno. Per i prossimi anni stiamo anche pensando di installare delle colonnine di ricarica per le auto elettriche.
Sì, finanziamo ad esempio parte dell’abbonamento Ostwind e partecipiamo al progetto Bike-to-work. Tra l’altro, da noi la sensibilizzazione riveste un ruolo importante: ricordiamo ad esempio ai nostri collaboratori di spegnere il computer una volta finito di lavorare. Abbiamo creato anche un team dedicato a Salute, Ambiente ed Energia, in cui sono rappresentate tutte le divisioni aziendali. Questo team si occupa di realizzare vari progetti, anche iniziative di utilità pubblica sul territorio comunale.
Assolutamente sì, per una varietà di motivi. Non è soltanto una questione di risparmio di risorse e di efficienza dei costi, ma anche di management degli stakeholder. Tutte le persone, i gruppi o le organizzazioni che hanno un interesse nell’azienda o che hanno a che fare con essa devono essere tenute in considerazione. Al giorno d’oggi clienti, fornitori, partner, collaboratori ecc. si aspettano che un’impresa s’impegni sul fronte della sostenibilità. Non si tratta soltanto di reputazione, ma anche di vantaggi competitivi – soprattutto per i first mover.
Dal punto di vista degli stakeholder sicuramente sì. D’altro lato, tuttavia, ai fini dell’obiettivo di azzerare le emissioni nette entro il 2050 queste aziende hanno meno potenziale non ancora sfruttato a cui poter attingere, ossia meno nuove misure redditizie che possono ancora implementare per aumentare l’efficienza dei gas serra.
Le nostre piattaforme di macchinari che producono vari tipi di molle insacchettate sono raddoppiate nell’arco di dieci anni: grazie ai nostri collaboratori innovativi e ai nostri clienti che ripongono fiducia in noi. Al nostro portafoglio abbiamo aggiunto servizi digitali (smart services) che ci consentono di utilizzare e monitorare sia le macchine Spühl che la materia prima lavorata con ancora maggiore efficienza, riducendo così l’usura e di conseguenza i costi. Sfruttiamo anche tecnologie come la stampa 3D per produrre parti soggette a forti carichi dinamici o con forme complesse in piccoli lotti.
Abbiamo partecipato al modello PMI, da cui è scaturito un vasto programma di interventi. Hans Hatt, il nostro consulente AEnEC, ci ha fornito un supporto prezioso, che ci ha consentito di raggiungere i nostri obiettivi più velocemente del previsto.
Sì, il team della Spühl ha davvero fatto un ottimo lavoro. Noi dell’AEnEC siamo lieti di aver potuto contribuire a questo successo e che l’azienda Spühl sia soddisfatta del nostro supporto.
Molla insacchettata Bonnell Spühl: le macchine che producono questo tipo di molle provengono dalla Spühl GmbH.
Spühl GmbH esiste da circa 150 anni.
Frank R. Ruepp a colloquio con Thomas Boltshauser.
Molte persone entrano in contatto con l’azienda Spühl GmbH quanto meno di notte, senza rendersene conto. In oltre 150 Paesi del mondo, infatti, i produttori di materassi e molle insacchettate utilizzano macchinari Spühl per la produzione di queste molle. L’azienda della Svizzera orientale è leader mondiale nella produzione di macchinari per la lavorazione del filo metallico adibiti alla fabbricazione automatica e semiautomatica di molle insacchettate.
Fondata a San Gallo nel 1877, attualmente la società fa parte dell’americana Leggett & Platt Inc. e opera a livello globale. Ciò nonostante continua a puntare sulla qualità e sulla precisione svizzere, ad esempio con il marchio Fides e Spühl Services, con cui vende macchinari per molle insacchettate made in Switzerland.
Spühl GmbH si posiziona inoltre come partner di outsourcing per la produzione di macchinari e apparecchi destinati alle PMI operanti in numerosi mercati di nicchia. Produce componenti, gruppi e sviluppa e realizza persino interi macchinari per clienti terzi.
Il lavoro pionieristico svolto da Raiffeisen Svizzera dà buoni frutti. Sono ormai più di una dozzina le agenzie locali che partecipano al modello PMI dell’AEnEC. L’impegno di ognuna contribuisce al risparmio dell’intero gruppo, che nel 2014 ha ridotto il consumo energetico del proprio parco immobiliare del 14 per cento rispetto al 2013.
Raiffeisen Svizzera è il centro servizi per le circa 300 banche Raiffeisen, che contano più di 1000 agenzie. Tali banche sono autonome e proprietarie di Raiffeisen Svizzera. Con 1000 edifici e oltre 1600 bancomat, Raiffeisen vanta il parco immobiliare più grande e la rete di bancomat più estesa di tutte le banche elvetiche.
Sebastian Tomczyk, geografo diplomato responsabile della tutela dell’ambiente e del clima nel team deputato alla sostenibilità presso Raiffeisen Svizzera, attribuisce grande importanza all’efficienza energetica. Per adottare misure adeguate, ha dovuto prima fare chiarezza riguardo al consumo energetico globale del gruppo: «Nel 2011, quando ho iniziato a raccogliere dati per stilare il rapporto del gruppo, non conoscevamo la quantità di energia necessaria per far funzionare una banca. Ci era noto il consumo elettrico, ma già calcolare l’energia termica risultava difficile.» Nell’ambito di un progetto pilota è stato analizzato il consumo energetico di dieci banche. Ora sappiamo che circa l’80 per cento dell’impatto ambientale del gruppo bancario è riconducibile al consumo energetico degli edifici (corrente e riscaldamento) e al traffico professionale (auto e mezzi pubblici).
Per ottenere un risparmio energetico a livello del gruppo, Raiffeisen punta sul modello PMI dell’AEnEC: «Le nostre 300 banche sono decentralizzate e hanno esigenze diverse, per questo non è possibile partecipare all’AEnEC in veste di unico gruppo.» È dal 2012 che Raiffeisen Svizzera ha aderito al modello energetico dell’AEnEC, mentre le singole agenzie – talvolta molto piccole – partecipano al modello PMI, al quale conviene partecipare già a partire da costi energetici annui di 20000 franchi. Il moderatore dell’AEnEC Daniel Zbinden assiste il gruppo Raiffeisen insieme al collega Rudolf Anderegg. Per lui, la cultura aziendale di Raiffeisen è un fattore di successo decisivo: «Presso la Banca Raiffeisen ho trovato le porte aperte. Affronta il tema dell’energia con la stessa attenzione che riserva a clienti e collaboratori.»
Il gruppo bancario – che nel 2014 ha ridotto il consumo energetico del proprio parco immobiliare mettendo a segno un risparmio energetico del 14 per cento rispetto al 2013 – ha fatto un enorme balzo in avanti. Questo risultato è dovuto in buona parte al centro di calcolo: la virtualizzazione e l’aumento della temperatura di raffreddamento nel locale server a 25,5 °C hanno permesso di ottenere risparmi notevoli. In tale contesto, Tomczyk definisce Raiffeisen Svizzera un modello per l’intero gruppo: «La partecipazione all’AEnEC ha sensibilizzato il gruppo nei confronti dell’efficienza energetica, tema che oggi riveste maggiore importanza
rispetto ad un tempo. Nel caso del centro di calcolo, va tuttavia anche sottolineato che possiamo contare sull’apporto di Alfred Lindenmann e Thomas Zellweger, due grandi esperti in ambito IT.»
Le singole banche non hanno esitato a fare tesoro delle esperienze positive di Raiffeisen Svizzera: sono ormai più di una dozzina le agenzie che hanno aderito al modello PMI dell’AEnEC. Zbinden sottolinea che l’età dell’edificio non è rilevante ai fini di un potenziale risparmio energetico: «Persino nel caso di una nuova costruzione in funzione da soli due anni è possibile individuare ben 20 misure di efficienza energetica redditizie. Nelle banche Raiffeisen esaminate, i risparmi ottenuti sono compresi tra il 7 e il 53 per cento. In media, il
consumo energetico è stato ridotto di circa un quarto.» Anche se per una banca il consumo di energia rappresenta un fattore di costo alquanto modesto, questi risultati dimostrano che il risparmio energetico significa anche risparmio di denaro.
Secondo Tomczyk, il successo ottenuto è da attribuire alla procedura dell’AEnEC orientata all’attuazione di misure di ottimizzazione, ma anche all’atteggiamento di ascolto e di stima tra i vari partecipanti. «Ci siamo riuniti più volte per discutere con Daniel Zbinden e i rappresentanti del Facility Management, dell’IT e del servizio di
sicurezza. Abbiamo dovuto dimostrare che il nostro obiettivo non era interferire con i singoli ambiti di competenza, bensì realizzare insieme progetti globali e di più ampio respiro. Già in passato molti responsabili
hanno contribuito in misura notevole all’efficienza energetica della banca. Oggi, grazie all’implementazione dei nuovi sistemi è divenuto possibile discuterne e la stima reciproca è aumentata.»